Sulle tracce dei “tesori” dell’Ordine Mauriziano
Lungo la via Francigena e all’imbocco delle Valli del Monviso si nascondono alcuni tesori inestimabili. Per il tour di oggi vi portiamo in Piemonte – tra Torino e Cuneo – alla scoperta di alcuni borghi storici ricchi di storia e cultura legati alla Fondazione Ordine Mauriziano, erede del patrimonio dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, nato nel 1573 per volere di Emanuele Filiberto duca di Savoia. Tre i luoghi principali che rientrano nel circuito museale della Fondazione e che con APC Gold Card potrete visitare a prezzo scontato.
A Revello per l’Abbazia di Santa Maria Staffarda
Il viaggio a bordo del nostro camper parte da Revello, nel cuneese. I primi cenni storici di questo borgo risalgono al X secolo e ne indicano la sua derivazione da un fondo romano. Siamo alle falde del Mombracco, in posizione dominante lo sbocco della val Po verso la pianura saluzzese. Qui la natura si fonde con la storia tra sentieri e resti di castelli difensivi e fortificazioni. Revello apparteneva ai marchesi di Saluzzo, che qui concentrarono le fonderie e le fucine per la lavorazione del ferro. Nell’antico castello, quasi totalmente demolito nel 1810, ha sede il municipio.
Tra i luoghi che meritano una visita la Cappella marchionale, ricavata all’interno della torre nord-ovest del palazzo. Dall’architettura tardogotica, conserva un ciclo di affreschi commissionati da Margherita di Foix, raffiguranti le Storie di San Luigi di Francia e di Santa Margherita di Antiochia, oltre alla famiglia marchionale presentata alla Vergine dai propri santi protettori.
A Revello si trova anche uno dei più grandi monumenti del Medioevo piemontese: l’Abbazia di Santa Maria Staffarda incorniciata da un paesaggio mozzafiato con vista sul Monviso. Fondata tra il 1122 e il 1138 sul territorio dell’antico Marchesato di Saluzzo, l’Abbazia benedettina cistercense ha raggiunto in poco tempo una notevole importanza economica come luogo di raccolta, trasformazione e scambio dei prodotti delle campagne circostanti. A fine 600 i francesi invasero il territorio e distrussero gran parte della struttura, che venne poi ristrutturata nella prima metà del 700. Per volere di Papa Benedetto XIV, nel 1750, l’Abbazia e i suoi patrimoni diventarono proprietà dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro.
All’interno del complesso potrete ammirare: la chiesa abbaziale a tre navate con fattura romanico-gotica e con all’interno il Polittico di Pascale Oddone e il gruppo ligneo cinquecentesco della Crocifissione; il chiostro in parte originale e in parte restaurato; il refettorio con tracce di un affresco raffigurante “L’ultima cena”, la Sala Capitolare e la Sala di Lavoro con volte ad ogiva rette da colonne marmoree e la foresteria.
A Buttigliera Alta per la Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso
Continuiamo il nostro viaggio tra i luoghi dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro a Buttigliera Alta, a circa 20 chilometri da Torino, nella bassa Val di Susa. Da non perdere qui è la Torre della Bicocca, monumento medioevale di 13 metri di altezza che risale al 400 e che è ciò che rimane di un complesso sistema difensivo.
A poco più di dieci minuti dal borgo è possibile fare tappa nel parco naturale dei Laghi di Avigliana, che annovera una importante varietà di ambienti e di situazioni ecologiche, con tre biotopi diversi costituiti da due bacini lacustri e dai rilievi collinari e dalla zona umida dei Mareschi.
A Buttigliera Alta, però, troviamo il secondo luogo legato all’ordine mauriziano in Piemonte ovvero la Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso. Un complesso monastico tra i più celebri esempi del gotico internazionale. Appare ancora oggi perfettamente riconoscibile nella sua composizione originaria, con chiesa, monastero e chiostro e l’ospedale (del quale si conserva integra solo la facciata con ghimberga e pinnacoli), dove i monaci antoniani fornivano assistenza ai malati del cosiddetto fuoco di Sant’Antonio.
Nel XIII e XIV secolo l’Abbazia subì molti ampliamenti e rifacimenti e sul finire del 1400 si arricchì delle pregevoli decorazioni in terracotta. Del ‘400 sono anche gli affreschi di Giacomo Jaquerio che ha decorato l’interno della chiesa. Gli antoniani cessarono la loro attività nel 1776 quando la proprietà del complesso, con le sue dipendenze agrarie, è passata all’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro.
A Nichelino per la Palazzina di Caccia Stupinigi
Ultima tappa di questo originale è Nichelino, a circa 5 km a sud del capoluogo piemontese. Per secoli all’ombra di Moncalieri, alla fine del 600 diventa definitivamente città autonoma. Nel suo centro potrete ammirare la chiesa della Visitazione con le reliquie di Sant’Uberto, la barocca parrocchiale della Santissima Trinità, il Palazzo del Municipio eretto da Amedeo Peyron e il monumentale Castello Occelli con annesso parco di ben 35 mila metri quadri.
La “perla” di Nichelino, però, è la Palazzina di Caccia Stupinigi nell’omonima frazione della cittadina. Costruita sui terreni della prima donazione di Emanuele Filiberto all’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (1573), è stata progettata nel 1729 da Filippo Juvarra come residenza sabauda. Ampliata da architetti come Benedetto Alfieri, Giovanni Tommaso Prunotto, Ignazio Birago di Borgaro, Ludovico Bo, Ignazio Bertola si specchia e ritrova nel rococò internazionale delle residenze reali europee. Dal 1997 è anche Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.
Il percorso di visita aperto al pubblico inizia dalla settecentesca scuderia juvarriana dove la scultura originale del cervo di Francesco Ladatte accoglie i visitatori. La visita, attraverso la biblioteca, giunge al salone centrale, cuore della Palazzina. La sala ellittica è posta all’intersezione della croce di Sant’Andrea che ospita gli appartamenti reali. Da qui si accede all’appartamento del Re, all’appartamento della Regina, all’anticappella e alla Cappella di S. Uberto (protettore della caccia e dei cacciatori), recentemente restaurati. Il percorso comprende infine l’appartamento di Levante, destinato ai Duchi del Chiablese. Nel susseguirsi delle sale riccamente decorate si incontrano i Gabinetti Cinesi, il Salotto degli specchi e il vano che ospita la vasca di Paolina Borghese. Alla fine della visita si raggiunge la Sala da Gioco, in cui l’arredo segue il duplice filone delle cineserie e dei mobili dedicati allo svago.
Con APC Gold Card potrete visitare questi tre meravigliosi luoghi, godendo anche del paesaggio che li circonda, a un prezzo agevolato: l’Abbazia di Santa Maria Staffarda a 4,50 euro anziché 6,50; la Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso a 4 euro anziché 5 e Palazzina di Caccia Stupinigi a 8 euro anziché 12.
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